Caio Fabbricio, Venezia, Marciana, autografo

 SCENA IX
 
 SESTIA e poi VOLUSIO
 
 SESTIA
 Teme il padre a ragion. Nel campo ostile
 a che ascoso e furtivo?... (Vede Volusio)
 VOLUSIO
 (Secondate i miei sforzi, o dei quiriti). (Da sé)
 SESTIA
 (Non m’inganno. Egli è desso). (Da sé)
 VOLUSIO
825Qui Sestia. Ahimè! (In atto di partirsene)
 SESTIA
                                       Tanto, Volusio, temi (Lo ferma)
 l’aspetto mio? Tu me fuggir? Che debbo
 creder di te? Deposto,
 non men che l’armi, hai ’l cor romano? Oh! Fossi,
 qual ti piansi, anzi estinto.
 VOLUSIO
830Più giustizia mi renda,
 Sestia, il tuo cor.
 SESTIA
                                 Ti giudico e condanno,
 non da quel che già fosti
 ma da quel che ora sei.
 VOLUSIO
                                             Pochi momenti
 ti renderanno del tuo error più accorta.
 SESTIA
835Trarmi d’affanno or puoi. Dimmi che pensi.
 VOLUSIO
 In comun bene un memorabil colpo.
 Un colpo, sì; ma tu v’opponi inciampo
 SESTIA
 Io? Mal ti opponi. A rischio
 comun ti aggrada? Seguirò i tuoi passi.
 Colpo osar che t’illustri?
 Seconderò il tuo braccio. Oprar le forti
 cose e soffrirle posso anch’io. Volusio.
 SESTIA
 Deh! Se ancor m’ami e vuoi ch’io ’l creda, a parte
 chiamami di tua gloria. Anch’io, Volusio,
 le forti cose oprar posso e soffrirle.
 VOLUSIO
 Tu gran parte ne avrai, né di Volusio
 andrà il nome a l’età dal tuo disgiunto.
 SESTIA
 Da la tua fede io [illeggibile] attende[illeggibile] Ben tutt’altro da te Sestia attendea
 che un silenzio oltraggioso.
 VOLUSIO
840Si compiaccia al tuo amor. V’ha chi ne ascolti? (Guarda intorno)
 SESTIA
 Siam soli. Benché schiava,
 mi si lascia in custodia a la mia fede,
 favor che deggio a Pirro.
 VOLUSIO
 A Pirro? Ah! Tu ’l nomasti. In lui cadranno
845la vittima l l’ire vendicatrici;
 né qui mi fuggirà, se a me non manco,
 la vittima che errai.
 SESTIA
                                       Da l’opra audace
 qual vantaggio ne speri?
 VOLUSIO
 Da un fier nemico e da un tiranno amante
850liberar Sestia e Roma.
 SESTIA
 Perder tu vuoi più tosto
 Roma, Sestia e te stesso.
 Su via. Pirro si uccida. E poi? Di pace
 rifioriran gli ulivi?
855Sciolti andranno i cattivi?
 Io libera, tu salvo,
 le belle rivedrem spon rive del Tebro?
 No. L’ira più feroci
 darà l’armi a l’Epiro. Il roman sangue
860bagnerà i nostri ceppi,
 misto col mio. Ma no, Volusio. Il meno,
 che qui tema, è per me. Veggo il tuo rischio.
 Veggo quello del padre. Or va’. Per cieca
 cupidigia di gloria un colpo tenta
865oltraggioso a la patria, a noi funesto.
 Ma non sperar che questo
 tra gli Scevoli possa e i Deci eroi
 la memoria eternar dei fasti tuoi.
 VOLUSIO
 Sestia, fra’ tuoi spaventi
870Pirro ah! tu non rammenti? A lui tu Altra a lui credi
 SESTIA
 Pirro
 VOLUSIO
 A lui dover credi altra mercede. Altra forse dover mercede.
 SESTIA
 Che dir vorresti?
 VOLUSIO
                                  Un re che t’offre amante...
 SESTIA
 Oltre non dir. Già lo comprendo. Il fiero
 ardir, che qui ti guida,
875anzi da un cor geloso
 parte che generoso.
 Arrossisci del torto
 fatto a la tua virtù, fatto a la mia.
 VOLUSIO
 Ma Pirro...
 SESTIA
                       Ei né lusinghe ha né minacce,
880onde s’abbia a sedur nel cor di Sestia
 il dover e l’amor. Va’. Riedi Tu riedi al Tebro.
 VOLUSIO
 E che? Vorrai tormi l’onor?...
 SESTIA
                                                       Sì. Il voglio.
 VOLUSIO
 Ma lasciarti in balia...
 SESTIA
 Forte più ch’altro è la costanza mia.
 VOLUSIO
885Soffri che almeno spettator ne resti.
 SESTIA
 No. Tu il rischio di Sestia esser potresti.
 VOLUSIO
 
    Dicesti: «Voglio».
 Sospiro e parto.
 Basta così.
 
890   Sola qui resti.
 Ah! Tu potresti
 del rio comando
 pentirti un dì. (Volusio, veduto Pirro, passa all’altro viale e torna di nuovo verso di Sestia)