Caio Fabbricio, Venezia, Marciana, autografo

 SCENA VII
 
 FABBRICIO e SESTIA e poi TURIO
 
 FABBRICIO
 Figlia...
 SESTIA
                 Ah O Signor, quel tuo turbato sì fosco aspetto
745casi infausti mi annuncia.
 FABBRICIO
 Se non infausti, perigliosi. In breve
 tutto saprai.
 SESTIA
                          Penoso indugio!
 FABBRICIO
                                                          Il soffri,
 sinché Turio qui ascolti [illeggibile]. Egli a me viene.
 Grave esser dee l’arcano
 per cui mi chiede in sì solinga [illeggibile].
 SESTIA
 Non lunge intanto a questi muti orrori
750de’ miei ragionerò miseri amori. (Ritirasi e va a passeggiar pel giardino)
 TURIO
 Al legato roman Turio i suoi reca
 ossequiosi omaggi.
 FABBRICIO
 Che mi chiedi in tuo pro?
 TURIO
                                                  Silenzio e fede.
 FABBRICIO
 Parla e nulla temer.
 TURIO
                                       Quanto amor possa
755di libertà, Roma al tuo cor lo dica.
 Tema di servil giogo ardir ne diede
 a pugnar contra voi. Vinti, non domi,
 cercammo in Pirro un difensor. Ma Pirro
 fatto è ’l nostro tiranno.
760Patti obblia, cambia leggi, annulla riti;
 e infin [illeggibile] ne toglie sasacrifici e numi.
 Come più sofferirlo?
 Si corregga l’error. Roma ne accolga
 sotto l’aquile sue. Per me ten porge
765preghi un popolo intero.
 Sotto il dolce suo impero
 respirerem sicura
 e onesta libertà. Merto a ottenerla
 ne faccia il tor di vita il vostro, in Pirro,
770formidabil nemico.
 Letal velen gli darà morte. È pronta
 tazza e ministro. Omai
 vendichi Pirro esangue
 l’onte comuni. Assai
775noi di pianto versammo e voi di sangue.
 FABBRICIO
 Turio, non è in un solo
 l’arbitrio del Senato. Egli è la mente
 dei consigli e de l’opre.
 Fa’ che un foglio assicuri
780la fede, i voti e le promesse. Il nome
 vi soscrivano teco
 i duumviri, i capi
 de le decurie e gli altri magistrati.
 In mia man poi lo fida.
 TURIO
785Tanto farem; né tua virtù concede
 dubitar di tua fede.