Caio Fabbricio, Venezia, Marciana, autografo

 SCENA VI
 
 SESTIA
 
 SESTIA
 Volgo il piè, giro il guardo A foggia di cantata
730e non trovo e non veggio
 chi mi strisciò qual lampo
 sugli occhi e ne sparì. Caro Volusio,
 o tu de’ voti miei
 dopo Roma il più illustre,
735volgo il piè, giro il guardo, ah! dove sei?
 
    Del suo amoroso fedel custode Aria boschereccia
 va ancora in traccia smarrita agnella;
 guarda, geme e alcun non ode
 che risponda al suo dolore.
 
740   Sale or rupe, or corre in selva.
 Ma qual pro? Su quel meschino
 forse atroce ingorda belva
 satollò fame e furore.