Caio Fabbricio, Venezia, Marciana, autografo

 SCENA IV
 
 PIRRO e CINEA
 
 PIRRO
 Eh! Seguane che vuol; sien di Bircenna
 i rimproveri giusti,
690sien del roman saggi i consigli, ho troppo
 fisso nel core il fatal dardo. Astretto
 da insuperabil forza
 sono ad amar.
 CINEA
                             Non s’ama,
 quando amar non si vuol.
 PIRRO
                                                 Cinea, che tosto
695farai quella al suo [illeggibile] rieda quella al suo Illirio
 e che intenda esser vano
 recar querele e minacciar vendette.
 CINEA
 Io più mi guarderei da donna irata.
 PIRRO
 Parli a Sestia il mio core e ’l suo si ascolti.
 CINEA
700Ti cimenti a ripulse.
 PIRRO
 Femmina per costume ama grandezza;
 e man non si disprezza
 che, potendo oltraggiar, porge un diadema.
 Sestia è schiava. Io son re. M’ami o mi tema.
 
705   Non dirmi ingiusto e rio.
 Ingiusto è l’idol mio;
 crudele è la beltà che tal mi rende.
 
    Con placid’acque e chiare,
 andria quel fiume al mare;
710ma v’entra di repente
 un torbido torrente
 che il corso ne sconvoglie e ’l bel ne offende.