Caio Fabbricio, Venezia, Marciana, autografo

 ATTO TERZO SECONDO
 
 Piazza di Taranto, dinanzi al palazzo pubblico, tutta ornata di arazzi e d’altri ricchi addobbi, con festoni di fiori e d’altri vaghi ornamenti. Logge all’intorno piene di popolo., Precedendo allegra e bizzarra sinfonia, si avanza da lontano sopra gran carro una macchina che rappresenta la reggia dell’Allegrezza, tirata e accompagnata da maschere capricciosamente vestite, sopra la quale avvenente e gioconda giovane siede, a cui stanno d’intorno i Piaceri, le Grazie e altri seguaci di essa, che ne accompagnano il canto ed il ballo. con apparato e prospetto che rappresenta la reggia dell’Allegrezza col suo corteggiata da’ suoi seguaci bizzarramente mascherati, i quali dipoi [illeggibile] intrecciano il ballo.
 
 ALLEGREZZA
 
    A noi lieta e ridente
 torna la bella età.
 
 CORO
 
    A noi lieta e ridente
510torna la bella età.
 
    Godiamo, amica gente,
 che troppo ratto ancora
 da noi s’involerà.
 
 CORO
 
    A noi lieta e ridente
  torna la bella età.
 
    Godiamo, amica gente;
515che troppo ratto ancora
 da noi s’involerà. (Il canto è accompagnato dal ballo)
 
 ALLEGREZZA
 Torna la bella età. Tornan del prisco
 benefico Saturno
 gli aurei felici tempi, in cui non era
520né servaggio né impero
 di giudice severo.
 Tutto era pace, libertà, diletto.
 Rancor non si sapea, guerra o sospetto. (Siegue di nuovo il ballo con accompagnamento di canto)
 
 MEZZO IL CORO
 
    Che età gradita!
525Che dolce vita,
 il poter vivere
 sol per goder!
 
 TUTTO
 
    Che età gradita!
 Che dolce vita,
530il poter vivere
 sol per goder!
 
 L’ALTRO MEZZO
 
    E de le infeste
 cure moleste
 alcun non prendersi
535tedio e pensier!
 
 TUTTO
 
    E de le infeste
 cure moleste
 alcun non prendersi
 tedio e pensier!
 
 MEZZO
 
540   Né alor rancore
 turbava amore;
 né beltà instabile
 facea temer.
 
 L’ALTRO MEZZO
 
    Ma tra i diletti
545di caldi affetti
 sospiri udivansi
 sol di piacer.
 
 TUTTO IL CORO
 
    Un solo de’ bei giorni
 almeno a noi ritorni;
550e fuor d’amare ambasce
 sappiamone gioir.
 
    Sorga o tramonti il sole,
 fra mense e fra carole
 oggi ne trovi e lasce;
555né ci contristi o morda
 l’incomodo avvenir. (Finito il ballo ed il canto, tutti si partono e rimane libera la scena, da un [illeggibile] laterale escono Turio e Bircenna)