Caio Fabbricio, Venezia, Marciana, autografo

 SCENA VI
 
 BIRCENNA e TURIO
 
 BIRCENNA
 Udisti con qual fasto
 risponda e tratti i re?
 TURIO
                                          Quell’alterezza
 torna in pro di Bircenna.
 Pirro non è riamato. Ecco per lei
285ne l’affetto una speme,
 ne l’ingiuria un piacer.
 BIRCENNA
                                             Tutte ella dunque
 contra Pirro infedel l’ire rivolga.
 TURIO
 E le vendette ancor. Me la gran donna
 avrà non vil compagno.
 BIRCENNA
290Che? Quando in armi è Pirro
 contra Roma per voi, tal gli si pensa
 render mercede?
 TURIO
                                   Ah! Tu non sai qual duro
 giogo per lui ne prema. Egli si è fatto
 Meno Roma or temiam. Ma quando ancora
295altra in Turio ragion d’odio non fosse,
 dal tuo bel labbro esca un comando; e a norma
 del tuo cor reggo il mio.
 BIRCENNA
                                              Tanto già m’ami?
 TURIO
 Dal tuo sguardo primier vinto e conquiso.
 BIRCENNA
 Un facile amator non è costante.
 TURIO
300Il vero amor nasce in un punto; e ’l breve
 tempo, che s’interponga
 tra ’l mirar vago oggetto e ’l non amarlo,
 è un torto a la beltà! Chi tosto l’ama,
 meglio l’onor il poter ne riconosce e ’l merto.
 BIRCENNA
305Orsù, ti credo amante e lo gradisco;
 ma salda fé n’esiggo e pronta aita.
 TURIO
 A costo anche di vita.
 BIRCENNA
 Nulla tentar, s’io nol comando. A Pirro
 moverò per Bircenna i primi assalti.
 TURIO
310E se al dover non cede?
 BIRCENNA
 A lui Di Turio alor cimenterò la fede.
 
    Credo e ti accetto amante;
 e amor ti renderò;
 ma pria da te vorrò
315prontezza e fedeltà.
 
    Più d’uno a bel sembiante
 tutto promette amando;
 ma al primo che il cimenta
 difficile comando
320si arretra, si sgomenta
 e meritar non sa.