Mitridate, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA VII
 
 MITRIDATE, FARNACE, ARISTIA, coro dei seguaci del Piacere e dell’Allegrezza che cantano e danzano, popolo, soldati, eccetera
 
 CORO
 
1560   Venga la coppia amante;
 e a tante pene e tante
 per lei succeda e stabile
 sia ilarità e piacer. (Suonan di novo gli strumenti)
 
    Amor le scuota innante
1565la bella sua facella;
 e sien gli andati spasimi
 ragion di più goder. (Di nuovo la sinfonia. Scendono Farnace ed Aristia, rimanendo il coro sopra la macchina)
 
 MITRIDATE
 Ai preghi di Ladice, (Si avanza verso di loro)
 agli affetti del figlio, al comun voto
1570e più che ad altro, Aristia,
 al tuo cor generoso,
 vinti i sospetti rei, mi arresi alfine.
 Lieta vieni e sicura a quella sorte,
 da te bramata assai, sperata poco,
1575ch’io ti accolga e ti abbracci, al figlio erede
 degna compagna e sposa.
 ARISTIA
 Signor, la cui bontade
 discopre il generoso animo regio,
 se d’esserti umil serva
1580mi degni, io stimo il dono
 più che la vita, a cui mi rendi, e al pari
 del figlio, a cui mi unisci.
 Ma, sire, al mio perdona
 pusillanimo cor. So che nell’alta
1585tua mente, usa ai trionfi
 di un aperto valor, non può aver loco
 fraude, d’alme plebee costume iniquo.
 Pur, se la mia viltà, s’altro interesse
 di regno ti astringesse,
1590diasi liberamente
 questa misera salma ai forti impegni
 della grandezza tua. Ti basti Aristia;
 e Farnace a te serba, almo sostegno
 del tuo onor, del tuo sangue e del tuo regno.
 MITRIDATE
1595Del tuo timor si sdegneria qualunque
 Mitridate non fosse. Omai per fermo
 tienti, e ti do mia fé, che per Farnace
 conservo amor di padre
 e che seco vivrai lunghi e felici
1600giorni, se dalla man del figlio istesso
 non ricevi la morte.
 FARNACE
                                       Ah, che a me stesso
 prima vita torrei che a te, mio bene. (Dorilao seguito da due paggi, i quali depongono poscia sopra il tavolino due bacini d’oro, nell’uno de’ quali sono un vase e una tazza e nell’altro una ghirlanda di edera)