Mitridate, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA IV
 
 GORDIO, OSTANE e le suddette
 
 GORDIO
 Attendi. Alla regina (In lontano ad Ostane)
1455che colà vedi, renderai ragione
 del pegno a te commesso. (Ostane vuol fermar Gordio; ma questi si avanza verso Ladice e le parla all’orecchio presente Apamea)
 OSTANE
 (Alla regina?... Io dovrò a lei di Aristia
 dir gli affetti? La fuga? Ecco in me tutta
 la colpa altrui. Sempre i meschini han torto).
 LADICE
1460Lasciami respirar. Tutta commossa (A Gordio)
 mi si è l’anima in petto.
 APAMEA
 Di abbracciar la germana
 datemi, o dei.
 LADICE
                             Fa’ che si avanzi. (A Gordio che va ad Ostane) In volto
 turbato par. (Ad Apamea dopo aver mirato fisso Ostane)
 APAMEA
                          Timore (Ostane si avanza alquanto)
1465che al primo incontro un regio sguardo imprime.
 LADICE
 Appressati, o stranier. Libero e senza
 mentir rispondi.
 OSTANE
                                  È pregio
 della gente, ov’io nacqui, un dir sincero.
 LADICE
 Donde sei tu?
 OSTANE
                             Scita, o regina. Ostane
1470mi appello; e Colco è la mia patria.
 LADICE
                                                                 Hai figli?
 OSTANE
 Figli non ho; ma quanto
 sia amor di padre, il provo.
 LADICE
 E se figli non hai, chi in cor ti ha desto
 un sì tenero amor?
 OSTANE
                                      Vaga fanciulla
1475che ancor non eccedea l’anno secondo,
 in ricche fasce avvolta.
 LADICE
                                            Onde l’avesti?
 OSTANE
 Gordio il sa. Fu in quel tempo
 che della patria mia fatal conquista
 fecer l’armi romane.
 LADICE
1480Che di te? Che di lei nel giro avvenne
 di vent’anni omai scorsi?
 OSTANE
                                                 Ambo cattivi
 abbiam seguito il vincitor.
 LADICE
                                                   Vi tolse
 di lunga servitù riscatto o fuga?
 OSTANE
 Emilio, un de’ più illustri
1485romani, in cui poter sorte ne pose,
 a me diè libertade.
 LADICE
                                      E a lei?... Tu taci?
 Fors’ella è morta? O prigioniera in Roma
 core avesti a lasciarla?
 OSTANE
 No, regina, ella gode
1490di libertà e di vita.
 LADICE
 (Respiro). In Eraclea
 l’avrai condotta dall’ausonia terra.
 OSTANE
 È in Eraclea; né ve la trasse Ostane.
 LADICE
 Da sé venne o con altri?
 OSTANE
1495Regina, eccomi al duro
 varco, ove il cor vacilla.
 GORDIO
 Non v’è luogo a timor, dicendo il vero.
 OSTANE
 Male è, se parlo, e male ancor se taccio.
 LADICE
 Con tuo danno il dirai, se ancor resisti.
 APAMEA
1500Che fia?
 OSTANE
                   Pietà. Sedotta
 fu l’infelice. Amore
 ne’ petti giovanili
 trova facile accesso. Io tardi il seppi,
 che infermo allor giacea. Ma un nodo sacro
1505al suo amator l’avvinse e ascosamente
 seco fuggì di Roma. Io dopo lungo...
 LADICE
 Fuggì? Dove? Con chi?
 OSTANE
                                             (Dirlo pur deggio?)
 LADICE
 Non frammetter più tempo.
 OSTANE
 Col principe Farnace.
 LADICE
1510Con Farnace?
 OSTANE
                            A lei sposo.
 LADICE
                                                   E qual si appella
 colei? Su. Tosto. Di’.
 OSTANE
                                        Pietà, o regina, (S’inginocchia)
 dell’infelice Aristia.
 GORDIO
                                       Aristia?...
 OSTANE
                                                           È quella
 che a me fidasti...
 LADICE
                                   Ahi lassa!
 Ahi lassa! Dubbio non v’è più.
 APAMEA
                                                         Qual pena!...
 LADICE
1515Gordio, Apamea, seguitemi. Se a tempo
 non giungo, o feral gemma! O scellerate
 nozze! O rea madre! O sfortunata figlia! (Si parte furiosa)
 APAMEA
 Nol permettete, o dei. (Si parte)
 GORDIO
                                            Tu ne recasti
 col tuo tardo venir cotante angosce. (Si parte. Ostane si leva, partiti tutti)