Mitridate, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA VI
 
 APAMEA, poi GORDIO e i suddetti
 
 APAMEA
 Quando in più grato uffizio, (Correndo verso Farnace)
1235man, ti adoprasti?
 ARISTIA, FARNACE A DUE
                                     Principessa...
 APAMEA
                                                                A terra,
 giù da coteste braccia, (Levandogli e gittando poi la catena)
 piene d’alto valor, ceppi sì indegni.
 ARISTIA, FARNACE A DUE
 Apamea...
 APAMEA
                      Fate core. E preghi e pianti
 han vinta la regina.
 ARISTIA
1240Creder lo deggio? (Gordio si avanza, tenendo in mano la spada di Farnace)
 FARNACE
                                    E il genitor feroce?...
 GORDIO
 Guardie, partite. Anch’egli
 si è reso ai voti di Ladice e diemmi
 l’onor... (Vuol presentare a Farnace la spada e Apamea gliela leva di mano)
 APAMEA
                  No. A me l’onore
 di ripor questo ferro al nobil fianco. (La mette al fianco di Farnace)
 FARNACE
1245Che fido amor!
 APAMEA
                               Ma sfortunato ancora.
 GORDIO
 (Come mai? Non intendo).
 APAMEA
                                                    E Aristia tace?
 ARISTIA
 Godo nel mio Farnace;
 ma non è, il so, sì facile a placarsi
 né il destin né Ladice
1250per Aristia infelice.