Mitridate, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA XI
 
 MITRIDATE, FARNACE e poi APAMEA con DORILAO
 
 FARNACE
970No. Senza me tu non andrai... (Vuol seguire Aristia)
 MITRIDATE
                                                         Se Aristia (Vien trattenuto da Mitridate)
 tanto ti fa temer, fermati e guarda
 che non m’esca un comando,
 per lei fatal. Soldati.
 Scortatela alla reggia. (Alquanti de’ soldati di Mitridate seguono Aristia)
 FARNACE
                                           Ivi è Ladice. (Apamea si avanza)
975E in sì barbare mani
 sì bella vita?
 APAMEA
                          Ostaggio
 per la vita di lei sarà la mia.
 MITRIDATE
 Apamea
 APAMEA
                   Re del Ponto,
 quello ch’odio di madre
980sovra Aristia oserà, fia vendicato
 dal dolor dell’amante. Io qui rimango.
 Sappialo la regina.
 DORILAO
 (Che mai non osa amor?)
 APAMEA
                                                 Sappi e tu, sire,
 che per quanto in quest’alma arda il bel foco, (Dando un’occhiata a Farnace)
985mai con la bassa idea di un falso bene,
 né a viltà piegherassi
 né darà braccio ad ingiustizia e a forza.
 D’Aristia e di Farnace
 l’anime ha il ciel congiunte.
990Dividerle perché? Perché gli auspizi
 a’ tuoi vasti disegni
 prender da un atto ingiusto? E ch’io l’approvi?
 Ch’io ne sia la cagion? No. Ciò che lice
 solo a me piaccia e. se l’amor non puote,
995me almeno la virtù renda felice.
 MITRIDATE
 Qual t’abbia tratta al campo, ov’è Farnace,
 pensier, nol cerco, o principessa. Industria
 di giovanetta amante
 è il mascherar gli affetti
1000col nome or di virtude ed or di sprezzo.
 Rimanti pur col figlio. Unirvi è il solo
 voto di Mitridate;
 e voto era di lui torgli dal fianco
 la mal rapita donna.
1005Farnace, io il feci; e parto
 e di quel che ti ho tolto
 e di quel che ti lascio, altero  e lieto.
 Addio. Vieni a tuo grado in Eraclea
 con la bella Apamea; ma vieni in guisa
1010che con miglior consiglio
 altro amante in te trovi ed altro figlio.
 
    Pensa, se ancor resisti,
 che posso vendicarmi.
 Risolviti a placarmi
1015o il fulmine cadrà.
 
    Non dir che amore e fede
 ti unisce ad altra amante.
 Gli affetti in cor regnante,
 se il regno non li chiede,
1020son bizzaria o viltà.