Mitridate, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA II
 
 FARNACE e i suddetti
 
 APAMEA
                                               Prence, han parlato
 a favor del tuo core i voti miei,
 ma invan. Colpa io non ho, se usar si voglia
440forza agli affetti tuoi.
 Deh, non m’odiare almen, se amar non puoi.
 
    Se rendermi non puoi
 amore per amor,
 destino è del tuo cor, pena del mio.
 
445   Ma se degli odi tuoi
 fossero oggetto poi
 i puri affetti miei,
 più misera io sarei, tu ancor più rio.