Mitridate, Vienna, van Ghelen, 1728

 SCENA VIII
 
 DORILAO, MITRIDATE, FARNACE e ARISTIA
 
 DORILAO
 Eccoti, sire, il verde serto, il sacro
 liquore e l’aureo nappo.
 MITRIDATE
 Tutto colà si posi.
1605Io sacerdote e re, dei coniugali
 numi ai riti ministro, e Giuno invoco
 e Lucina e Imeneo
 e Cupido e Lieo.
 Quella di verdeggiante edra tu prendi
1610ghirlanda, o figlio, e ne corona il vaso;
 e poi lascia ch’io ’l vino
 versi nel nappo e lo ricolmi. Intanto
 suon ne accompagni e canto. (Farnace prende la ghirlanda e la mette intorno il vaso; lo presenta dipoi a Mitridate che lo versa nella tazza)
 DORILAO e ’L CORO
 
    Auspici e liete
1615a noi scendete,
 Giuno e Lucina;
 e tu Imeneo
 col buon Lieo;
 
    e Cupidine ancor qui batta intorno
1620l’ali festose e scuota l’arco adorno.
 
 MITRIDATE
 Ecco, la tazza or prendo; e se or v’è inganno,
 odanmi tutti; e se or v’è inganno, scenda
 sovra il mio capo ogni sciagura. Io primo,
 fido mallevador, ne beo gran parte.
 DORILAO
1625Qual dubbio or più rimanti?
 ARISTIA
 Comincio a respirar.
 MITRIDATE
                                         Prendila, o figlio;
 e pria quello che in dito anel ti splende
 riponvi e di tua man poscia la porgi
 a l’amabile sposa. (Farnace cavasi di dito l’anello, datogli da Mitridate, e lo pone nella tazza che poi da lui vien presentata ad Aristia)
 ARISTIA
1630Prence, da la tua man venirmi cosa
 che mi offenda non può. Di ardir già piena,
 se non di gioia, ecco l’accosto... (In atto di voler bere, vien fermata da Ladice che impetuosa correndo arriva a tempo di torle di mano la tazza e di gIttarla a terra, insieme con l’anello ripostovi)