Mitridate, Vienna, van Ghelen, 1728

 SCENA V
 
 OSTANE
 
 OSTANE
 Così va. Nei gran mali
1520la colpa è dei più deboli. Ma poco
 di ciò, di Aristia ho pena. Ella esser deve
 certo in qualche aspro rischio.
 Me ne avvidi a le smanie
 della regina; e in queste
1525di ravvisar mi parve anche la madre.
 Insomma è ver che, se non bada al saggio
 parlar di chi da l’uso e da l’etade
 è addottrinato, gioventù si perde.
 Statene in guardia, o voi
1530di fresca guancia e di bel volto adorne.
 Siavi Aristia in esempio. A lei sol venne
 onta, danno e periglio
 dal seguir genio e dal fuggir consiglio.
 
    Qual pro da cocchio aurato,
1535senza una man che ’l regga
 e i fervidi destrier freni e corregga?
 A rompersi egli va tra balze e sassi.
 
    Beltà, qualor rigetti
 da sé consiglio e guida,
1540spinta dai caldi affetti,
 ove non dee trascorre e a perder vassi.