Mitridate, Vienna, van Ghelen, 1728

 SCENA VI
 
 APAMEA, poi GORDIO e i suddetti
 
 APAMEA
 Quando in più grato ufficio, (Correndo verso Farnace)
 man, ti adoprasti?
 ARISTIA, FARNACE
                                     Principessa...
 APAMEA
                                                                A terra,
1235giù da coteste braccia, (Levandogli e gittando poi la catena)
 piene d’alto valor, ceppi sì indegni.
 ARISTIA, FARNACE
 Apamea...
 APAMEA
                      Fate core. E prieghi e pianti
 han vinta la regina.
 ARISTIA
 Creder lo deggio? (Gordio si avanza tenendo in mano la spada di Farnace)
 FARNACE
                                    E ’l genitor feroce?...
 GORDIO
1240Guardie, partite. Anch’egli
 si è reso ai voti di Ladice e diemmi
 l’onor... (Vuol presentare a Farnace la spada e Apamea gliela leva di mano)
 APAMEA
                  No. A me l’onore
 di ripor questo ferro al nobil fianco. (La mette al fianco di Farnace)
 FARNACE
 Che fido amor!
 APAMEA
                               Ma sfortunato ancora.
 GORDIO
1245(Come mai? Non intendo). (A parte)
 APAMEA
                                                     E Aristia tace?
 ARISTIA
 Godo nel mio Farnace;
 ma non è, il so, sì facile a placarsi
 né il destin né Ladice
 per Aristia infelice.