Mitridate, Vienna, van Ghelen, 1728

 SCENA IV
 
 FARNACE incatenato le mani e i suddetti
 
 MITRIDATE
 Son palesi le trame.
1180Non è amor, non Aristia
 che ti ritrae da l’ubbidirmi. È Roma.
 Roma, sì, ti ha sedotto. A lei tu servi
 contro di Mitridate. Io n’ho altri indici;
 e costei, cui le vene
1185empie sangue romano, è ’l pegno e ’l prezzo,
 per cui tradisci la tua gloria e ’l padre.
 FARNACE
 Qual ombra? Qual inganno?...
 MITRIDATE
 Taci. Già sai qual pena
 minaccian le mie leggi. Ottantamila
1190romane anime a Pluto in un sol giorno
 diede un sol mio comando. Io faccio a Roma
 la guerra, ovunque è Roma.
 La trovo in voi; né esenti
 andran dal comun fato
1195femmina così rea, figlio sì ingrato.
 
    Principierò dal vostro
 sangue a far guerra a Roma,
 anime scellerate.
 
    Tu donna vil, tu mostro
1200di fellonia, tu nuora?
 Tu erede a Mitridate?
 Miseri, v’ingannate.