Mitridate, Vienna, van Ghelen, 1728

 SCENA XI
 
 MITRIDATE, FARNACE e poi APAMEA con DORILAO
 
 FARNACE
 No. Senza me tu non andrai... (Vuol seguire Aristia)
 MITRIDATE
                                                         Se Aristia (Vien trattenuto da Mitridate)
 tanto ti fa temer, fermati e guarda
970che non m’esca un comando,
 per lei fatal. Soldati,
 scortatela a la reggia. (Alquanti de’ soldati di Mitridate seguono Aristia)
 FARNACE
                                          Ivi è Ladice. (Apamea si avanza)
 E in sì barbare mani
 sì bella vita?
 APAMEA
                          Ostaggio
975per la vita di lei sarà la mia.
 MITRIDATE
 Apamea...
 APAMEA
                      Re del Ponto,
 quello ch’odio di madre
 sovra Aristia oserà, fia vendicato
 dal dolor de l’amante. Io qui rimango.
980Sappialo la regina.
 DORILAO
 (Che mai non osa amor?)
 APAMEA
                                                 Sappi e tu, sire,
 che per quanto in quest’alma arda il bel foco, (Dando un’occhiata a Farnace)
 mai con la bassa idea d’un falso bene,
 né a viltà piegherassi
985né darà braccio ad ingiustizia e a forza.
 D’Aristia e di Farnace
 l’anime ha il ciel congiunte.
 Dividerle perché? Perché gli auspici
 a’ tuoi vasti disegni
990prender da un atto ingiusto? E ch’io l’approvi?
 Ch’io ne sia la cagion? No. Ciò che lice
 solo a me piaccia e, se l’amor non puote,
 me almeno la virtù renda felice.
 MITRIDATE
 Qual t’abbia tratta al campo, ove è Farnace,
995pensier, nol cerco, o principessa. Industria
 di giovanetta amante
 è ’l mascherar gli affetti
 col nome or di virtude ed or di sprezzo.
 Rimanti pur col figlio. Unirvi è ’l solo
1000voto di Mitridate;
 e voto era di lui torgli dal fianco
 la mal rapita donna.
 Farnace, io ’l feci; e parto,
 e di quel che ti ho tolto
1005e di quel che ti lascio, altero e lieto.
 Addio. Vieni a tuo grado in Eraclea
 con la bella Apamea; ma vieni in guisa
 che con miglior consiglio
 altro amante in te trovi ed altro figlio.
 
1010   Pensa, se ancor resisti,
 che posso vendicarmi.
 Risolviti a placarmi
 o ’l fulmine cadrà.
 
    Non dir che amore e fede
1015ti unisce ad altra amante.
 Gli affetti in cor regnante,
 se il regno non li chiede,
 son bizzaria o viltà.