Mitridate, Vienna, van Ghelen, 1728

 SCENA VIII
 
 FARNACE e ARISTIA, con seguito di soldati
 
 FARNACE
 Siamo nel fedel campo, Io t’ho pur tratta
835da le barbare mani
 de’ tuoi nemici e miei.
 ARISTIA
                                            Deh! Che facesti?
 Deh! Che far pensi?
 FARNACE
                                        Viver tuo e salvarti.
 ARISTIA
 Questa misera vita
 merita, o dio! che tu le sveni il sacro
840dover di figlio e la tua gloria istessa?
 Per me sarà Farnace
 un figlio ingrato? Un suddito ribello?
 FARNACE
 Odio anch’io questi nomi; e queste colpe
 anche a me fanno orrore.
845Ma mi si lasci Aristia
 né mi si astringa a peggio.
 ARISTIA
 Parmi già di veder il regal padre
 d’ira armato e di ferro...
 FARNACE
 L’ire rispetterò; col petto ignudo
850incontrerò quel ferro;
 ma mi si lasci Aristia
 o prometter di me null’altro posso
 che dolor disperato e amor feroce.
 ARISTIA
 Caro principe, lungi
855sì rei pensier. Ti abbraccio (S’inginocchia)
 le ginocchia e le spargo
 di lagrime e ti prego.
 Torniamo in Eraclea. Torniamo al padre.
 Getta al suo piè quel ferro,
860ferro ancora innocente.
 Merita il suo perdono;
 e di me non ti caglia,
 s’anche debba morir. La morte mia
 assolve la tua fede,
865ti toglie di periglio e in miglior nodo
 ti riconcilia il padre.
 FARNACE
 Crudel! Ti avrò salvata
 per poi condurti io stesso
 vittima a l’odio altrui? Dimmi, e fia meglio
870che questa man, che questo
 acciar sia ’l tuo omicida.
 Torrò almen così, torrò quest’empio
 trionfo a’ tuoi nemici. (S’ode in lontano suono di timpani e trombe)
 ARISTIA
 Ahimè, qual suon! Forse il re fia...
 FARNACE
                                                                Guerrieri,
875custoditemi Aristia.
 ARISTIA
                                       E tu risolvi?...
 FARNACE
 O salvarti o morir.
 ARISTIA
                                     Sei figlio...
 FARNACE
                                                           E sposo.
 Ritirati. Al tuo aspetto
 crescerieno nel padre
 le furie, in me i perigli.
 ARISTIA
                                             Ah! Temi colpa,
880non morte. Ancor ti prega il cor dolente.
 FARNACE
 Vanne. Tu reo puoi farmi e tu innocente.
 ARISTIA
 
    Senti e parto. (Pensa alquanto e poi risoluta)
 Segui pur il tuo consiglio,
 sposo ingiusto, iniquo figlio.
885Il mio ancora io seguirò.
 
    Da un colpevole furore
 l’innocenza del mio amore,
 no, tradir non lascerò. (Entra in una tenda vicina)