Ornospade, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA XIV
 
 GERONZIO, ANILEO, VONONE e ORNOSPADE fra guardie
 
 GERONZIO
 (Gelosia, che non fai?)
 VONONE
                                            (Son fuor di me).
 ORNOSPADE
 Anileo, finalmente
1265la tua rabbia mi opprime.
 Morrò, senz’altra colpa che d’averti
 mal conosciuto e amato.
 Saziati. In mia rovina
 ti abusa d’un poter che non avresti,
1270se non fosse opra mia. Di mia costanza
 forse sbigottirà la tua fierezza;
 e ti sarà tormento
 che non possa la morte
 dalla man d’Anileo prender più orrore
1275per farmi più dolente oppur men forte.
 ANILEO
 Vedrem se tanto core
 avrai, fatto bersaglio ad altro braccio
 che al mio. Tosto a quel sasso
 legatelo, o soldati.
 ORNOSPADE
1280Quante lagrime ancora
 dee, ma tarde, costar la mia innocenza! (Vien dalle guardie legato ad una colonna)
 VONONE
 (E Palmide infierir potrà in quel petto?)
 GERONZIO
 (Oh di miseria oggetto!)