Ornospade, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA XI
 
 MITRIDATE, poi ARTABANO con ANILEO
 
 MITRIDATE
 Penso all’amico e ogni ombra
 dal cor già mi si sgombra.
 Penso all’amante e ancora
1130dir non posso così. Ma che? Conviene
 soffrir, che non so in lei
 se un gran bene o un gran mal più perderei.
 ARTABANO
 Giunto in Carre è Metello. Ad incontrarlo
 vanne.
 MITRIDATE
                Pria mi concedi...
 ARTABANO
1135Non replicar.
 MITRIDATE
                           Parto; ma nulla intanto,
 che ne avresti dolor, l’eccelsa mente
 di Ornospade risolva. Egli è innocente. (Si parte)
 ANILEO
 Guardati, o sire, d’indugiar. Previeni
 del romano legato
1140le ree speranze e le dimande audaci.
 I primi di Metello ardenti voti
 fieno in pro d’Ornospade;
 né condannar tu lo potresti allora,
 senza più provocar cesare e Roma.
1145Su. Il rival d’Artabano,
 il prottetor de’ figli di Fraate,
 il seduttor di Palmide e di augusto
 mora. Sarai felice e sarai giusto.
 ARTABANO
 Oh fedele Anileo! Vinte hai l’estreme
1150ripugnanze del cor. Qualche rimorso
 davami rimembranza
 de’ trofei di quel misero. Han distrutto
 le recenti sue colpe il merto antico.
 Ei mi sostenne la corona in fronte;
1155e sua gloria maggior pensa che or sia
 ritormela di capo e al piè gittarla
 d’un cesare nimico.
 Non lo farà. Va’.
 ANILEO
                                Tosto. (In atto di partire)
 ARTABANO
 Ma se innocente ei fosse?
 ANILEO
1160Ritorni a dubitar? Di me diffidi?
 Un momento che tardi...
 ARTABANO
 Va’ dunque; e al simulacro,
 onde Nemesi spira
 contra i rei pena ed ira,
1165Ornospade si tragga; e là trafitto
 sia da partico stral quel cor perverso.
 Poi del fiero apparato
 tolgasi ogni orma; e di più luce adorno
 sembri, al cader di lui, splender il giorno.
 ANILEO
1170Tanto farò. Ma sinché il ferro intriso
 non ti reco del sangue iniquo e fello,
 celati a Mitridate e più a Metello.