Ornospade, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA XIV
 
 ORNOSPADE e le suddette
 
 PALMIDE
 Con sì afflitto sembiante
 io non credea che ti trovasse il tanto
 desiato momento, in cui n’è dato
 rivederci, abbracciarci.
 ORNOSPADE
                                             Il sospirai,
665Palmide, anch’io; ma quanto
 ei per me sia funesto, ah, tu nol sai.
 PALMIDE
 Vinti abbiamo altri mali...
 ORNOSPADE
 Ma qui ceder convienmi, ove ugualmente
 mi perde il tuo consenso e il tuo rifiuto .
 PALMIDE
670Che richiedermi puoi, ch’io ti ricusi
 o ti offenda concesso?
 NISEA
 (Amor, di me si tratta e di te stesso).
 ORNOSPADE
 Più non si taccia. A me fo ardire e il prendo
 dal mio dover che d’ubbidir con pena
675già si arrossisce.
 PALMIDE
                                 Io nulla intendo. Parla.
 ORNOSPADE
 T’ama il re nostro e t’offre
 talamo e trono. A lui,
 così vuole il mio zel (non il mio core),
 t’ho ceduta. Il mio amore
680più non si ascolti. Io il porterò alla tomba,
 misero ma costante.
 NISEA
 (Consolerallo il mio).
 PALMIDE
                                         Perfido amante!
 ORNOSPADE
 Perfido e qual più vuoi, chiamami. È forza
 ch’io gli occhi atterri, ove il mio re gl’innalza.
685Tra il sovrano e il vassallo esser non puote
 rivalità. In tua gloria
 faccio un’infedeltà. Non è mia pena
 il perderti a tal prezzo.
 Il doverlo a te dir solo mi affligge,
690che da questa potea barbara legge
 assolvermi Artabano
 e lasciarmi morir con più di pace.
 PALMIDE
 Crudel! Sia che mi tenti
 o sia che mi tradisci,
695cessa di tormentarmi; e da me impara
 come s’abbia ad amar. Quanto si debba
 a un regnante, il so anch’io. Ma il suo diadema
 non ha luce per me. Già lo rifiuto,
 non mossa dall’amor, che più non merti,
700ma offesa dalla forza
 che vuol farsi al mio cor. Se fasto avesse
 mai potuto sedur gli affetti miei,
 già sarei grande; e senza
 il tuo iniquo consiglio, or regnerei.
 
705   Va’. Non t’ascolto più,
 eroe senza virtù,
 amante senza fé, genio servile.
 
    Non ben si consigliò
 chi vincermi pensò,
710valendosi di te spergiuro e vile.