Ornospade, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA VIII
 
 ANILEO, PALMIDE e i suddetti
 
 ANILEO
 Eccoti, o grande Arsacide, Anileo,
 misero più che reo, chieder perdono.
485E chiederlo d’un fallo, a cui l’astrinse
 altrui malvagitade. Al primo avviso
 del tuo venir, le smanie
 del mio ossequio intendesti;
 e in tua pietà fidai. Se l’atto umile
490non me la ottien, la bella
 Palmide, che da’ vani
 sforzi ho difesa di feroce amante,
 sol per renderla a te, parli al tuo core; (S’inginocchia)
 e m’impetri perdon, se non favore.
 PALMIDE
495( Perfido!)
 ORNOSPADE
                       (Mentitore!)
 ARTABANO
 Ben pensasti, Anileo, cercando al fallo
 pietà, più che discolpa. Non si vince (Gli fa cenno di levarsi)
 ira di re col sostenere orgoglio.
 Il tuo ravvedimento,
500se non cancella, alleggerisce in parte
 le andate colpe; e Palmide a me resa
 non n’è lieve compenso.
 Ritirati e un sol passo
 non trar fuor della reggia. Io meglio intanto
505di te risolverò.
 ANILEO
                              Sia mite o fiero,
 nella mia sorte adorerò il tuo impero. (Gli bacia la mano e si parte)