Ornospade, Vienna, van Ghelen, 1727

 SCENA PRIMA
 
 ANILEO e GERONZIO
 
 ANILEO
 Qui si ammetta Nisea. Parli a Ornospade.
835Mel chiese e vi assentii. Giovami il farlo.
 GERONZIO
 Perché?
 ANILEO
                  Non lievi ho indici
 ch’ella amante ne sia.
 GERONZIO
 Amor che a Mitridate
 e a Palmide saria d’ira e di affanno.
 ANILEO
840La sollecita morte
 del nemico mi è a cor. Se a lui poss’io
 in Palmide e nel duce
 tor le difese, ho vinto.
 GERONZIO
 Tel crederan?
 ANILEO
                            Dal testimon del guardo
845saran convinti. I primi dubbi ho sparsi
 nel loro sen. Per quella,
 che colà vedi, sotterranea via,
 pieni di gelosia,
 qui a sorprender verranno
850Ornospade e Nisea. Fece l’ingegno
 il suo poter. Faccia sue parti il caso.
 Propizio è ’l caso a ben ordite trame.
 GERONZIO
 (Malvagità quanto ha d’ingegno!) Ah! Duce,
 se innocente lo sai, se i suoi rammenti
855favor non lievi, ond’ei ti alzò a gran sorte,
 perché voler sua morte?
 ANILEO
 Per tormi a quel rossore
 che mi dà il mio dover. Chi tal mi fece
 strugger può l’opra sua, pentirsi e trarmi...
860No no, Geronzio, ei pria ne resti oppresso.
 Io ciò che deggio a lui, rendo a me stesso.
 GERONZIO
 
    Ti parla il mio zelo;
 chi alzarsi pretende
 su inique vicende
865si fabbrica rovina e irrita il cielo. (Entra nell’interno della prigione)