Ornospade, Vienna, van Ghelen, 1727

 SCENA XVI
 
 NISEA, poi ARTABANO e ANILEO
 
 NISEA
 Avrai l’odio che chiedi;
 e in ozio nol vedrai.
 Ecco il padre. È un gran ben, quando ad offesa
 non indugia vendetta.
 ARTABANO
                                           Attendi. Figlia, (Prima ad Anileo, poi a Nisea)
760così turbata?
 NISEA
                           Ah, padre!...
 ARTABANO
 Che mi dirai?
 NISEA
                             Ciò che ti spiaccia.
 ARTABANO
                                                                 Intendo.
 Palmide mi rifiuta.
 NISEA
 Sconsigliata e sedotta.
 ARTABANO
 Parlò Ornospade in mio favor?
 NISEA
                                                          L’iniquo!
 ARTABANO
765L’udisti tu?
 NISEA
                         Mel comandasti. Oh! Quanto
 soffersi in ubbidirti!
 ARTABANO
 Che fe’? Che disse? Che impetrò? Rispondi.
 NISEA
 Tradito sei.
 ARTABANO
                        Tradito!
 ANILEO
                                          (O me felice!)
 NISEA
 Sì. L’amor di Ornospade,
770de la sua bella a fronte,
 obbliò le promesse
 e per sé favellò. Disse il suo ardore;
 consigliò il tuo rifiuto.
 ARTABANO
 Perfido! Morirai.
 NISEA
                                  Di qualche scusa
775degno è ’l suo fallo. Una beltà, che s’ami,
 non sì facil si cede.
 ANILEO
 Dovea non darla o mantener la fede.
 NISEA
 
    La fede obbliò;
 ma merta pietà.
780Amor lo sforzò
 e ’l vinse beltà.
 (Vorrei... Ma che?... Non so. Già son pentita).
 
    Se ’l pensi punir,
 da’ pena a l’error
785ma sol ne l’amor
 che ’l trasse a fallir.
 (Misero mio furor, tu m’hai tradita).