Ornospade, Vienna, van Ghelen, 1727

 SCENA VII
 
 ORNOSPADE, VONONE e poi ARTABANO con MITRIDATE e soldati
 
 ORNOSPADE
 Crudel divieto! Ah! Mi fa orror del pari
 il seguirlo e ’l restar.
 VONONE
                                        Che non ti celi?
 Ecco il re.
 ORNOSPADE
                     Quai girate
455sul capo mio barbari aspetti, o cieli!
 ARTABANO
 Ornospade, sì poco
 temi il tuo re? Del mio divieto in onta
 tornar ne le mie terre? E con sì franco
 volto a me offrirti? A tanto
460crebbe, il veggo, in te orgoglio,
 perché poco punii la tua perfidia.
 Ma tu disubbidisti e n’avrai pena.
 ORNOSPADE
 Di mia sorte, o signor, qual vuoi, disponi.
 Lo soffrirò; ma a torto
465di perfidia mi sgridi. In tormi vita
 lasciami almen l’onor di quella fede
 che vantarti potrei con più baldanza,
 senza il timor che cada
 in rimprovero tuo la mia innocenza.
470Rispetto la tua gloria e in que’ malvagi,
 che han sorpreso il tuo core,
 tutta rigetto la miseria mia.
 Tedio di vita qui mi spinse e venni
 una morte a cercar ch’util ti sia.
 MITRIDATE
475Del suo valor...
 ARTABANO
                              No, Mitridate, errasti
 tu ancor, fidando l’armi nostre ad uno
 esule e reo.
 MITRIDATE
                        Ciò ch’egli fe’...
 ARTABANO
                                                      Non scema
 la sua colpa; l’accresce.
 L’ubbidir, di chi serve, è ’l primo impegno;
480né un trasgredito impero
 ha merto che lo esima a regio sdegno.
 VONONE
 (Un re rival può mai placarsi?)
 MITRIDATE
                                                           Io temo...