Ornospade, Venezia, Marciana, autografo

 SCENA XIII
 
 ANILEO con GERONZIO, poi PALMIDE con VONONE
 
 GERONZIO
 Dal carcere a la sua
1180non meritata morte
 vien l’infelice.
 ANILEO
                             E lo compiangi? O vile
 che sei! S’ei non si perde, io son perduto.
 GERONZIO
 Palmide è qui. (Palmide guarda intorno agitata)
 ANILEO
                               Furor la guida.
 VONONE
                                                            Acheta
 l’alma feroce. (A Palmide)
 PALMIDE
                             Alora (A Vonone)
1185che il traditor fia morto esanime, averò pace.
 ANILEO
 Beltà cresce in quell’ira e tal mi piace.
 VONONE
 Ancora... (A Palmide trattenendola)
 PALMIDE
                     O generoso (Corre ad Anileo)
 vendicator e giusto
 de’ tuoi torti e de’ miei, prode Anileo,
1190so la pena di un empio,
 ti è a cor; s’appo un’offesa
 principessa e tradita,
 che esser può tua regina,
 piaceti meritar grazia e favore,
1195concedi al mio dolore una vendetta
 che, se mi neghi il dono,
 il meglio perderia del suo trionfo
 e la tua con men fasto ancor ne ad andrebbe.
 ANILEO
 Tutto, o Palmide, avrai, se cosa chiedi
1200che né scemar né differir la pena...
 PALMIDE
 L’accresce anzi e l’affretta.
 Tu d’arco e di saetta
 donami armar la destra,
 ond’io stessa a portar piaga omicida
1205vaglia in mezzo a quel core,
 seggio d’alma sì barbara e sì infida.
 VONONE
 Che chiedi? O dei!
 ANILEO
                                     Non, se de l’Asia il trono,
 non, se te stessa ancor mi avessi offerta,
 più lieto ne sarei. Soffra Ornospade
1210una morte che l’empia
 d’orror. Ma vedi poi che non sia vinto
 l’odio novello da l’antico affetto.
 PALMIDE
 No. Troppo è forte in me l’odio e ’l dispetto.
 
    Andrà a ferir quel core
1215la rapida saetta.
 
    E prenderà su l’ali
 de l’odio e de l’amore
 il volo a la vendetta. (Parte frettolosa)