Ornospade, Venezia, Marciana, autografo

 SCENA X
 
 NISEA e poi MITRIDATE
 
 NISEA
1035A Mitridate parlerò tutt’altra
 che a Palmide. Egli vien. Quando una bella
 sappia d’avere il torto,
 pongasi in più contegno, usi più asprezza;
 e del querulo amante
1040le doglianze spaventi,
 dandogli per ragion: «Così mi piacque».
 MITRIDATE
 Non credea, principessa...
 NISEA
                                                  Eh! Non è tempo
 di oltraggiose querele.
 Ornospade è in periglio.
 MITRIDATE
                                               In sua difesa
1045mi diè sproni altre volte un tuo comando.
 Io lo credei pietade; ed era amore.
 NISEA
 Credilo qual più vuoi. Non disinganno
 chi si obblia nel rispetto.
 Il potrei; ma nol merti;
1050e se del mio perdono
 a te cal, per l’amico
 ti adopra; egl’è innoce ei ti è leale, ancorché rea
 sia, qual pensi, Nisea.
 MITRIDATE
 Se io da colpa ignota (Dura legge d’amor!) Da forza colpa ignota
1055come il difenderò?
 NISEA
                                     Seco è ’l re in ira,
 perché il crede spergiuro.
 MITRIDATE
 Di che?
 NISEA
                  Di aver sedotta
 Palmide a la ripulsa a rifiutarlo
 del regio amor che gli offeriva il trono.
 MITRIDATE
 Da Palmide altro intesi. Il re è deluso.
 NISEA
1060Sai da chi? Da Nisea, lo crederesti?
 Vedi s’ami Ornospade ami Ornospade io che ’l tradisco.
 MITRIDATE
 Deh! Perché mai? Chi a ciò ti mosse?
 NISEA
                                                                      Oh! Questo
 non ti lice indagar. Cupido amante,
 che saper troppo voglia,
1065vuol poco meritar. Così Così mi piacque.
 Tanto ti basti; e disinganna il padre.
 MITRIDATE
 Dirò a lui di Ornospade?...
 NISEA
 Sì, l’innocenza.
 MITRIDATE
                               E di Nisea?
 NISEA
                                                       Pretesti
 trova a l’error, discolpa a la menzogna.
1070Difficile non è che abbondi ingegno
 a chi sta al regio fianco. Assai già dissi.
 Servi a me. Placa il re. Salva l’amico;
 e di più non cercar. Che se vedessi
 spirto in te diffidente e cor geloso,
1075direi: «Sia Mitridate
 d’altra più sofferente amante e sposo».
 
    Gelosia non fa per me.
 Serberò costanza e fé;
 ma vo’ il core in libertà.
 
    Genio austero e sospettoso
 che altrui toglie e a sé riposo,
 è ’l tiranno e non l’amante
 d’una misera beltà.
 
1080   Il vantar più d’un amante
 pregio accresce a un bel sembiante
 né lo toglie a l’onestà.