Ornospade, Venezia, Marciana, autografo

 SCENA X
 
 ARTABANO e ORNOSPADE
 
 ARTABANO
 Appressati, Ornospade e mi ascolta.
 (Cangia color, qual chi è di mal presago).
 ORNOSPADE
 (Chi mi parla è ’l mio re. Cor, tel rammenta).
 ARTABANO
 Ornospade, se punto
500ti cal del mio riposo e del mio affetto,
 dimmi, ti senti un cor forte in mia aita?
 ORNOSPADE
 Quanto egli è, quanto [illeggibile] e’ vive
 è tuo. Lascia a me onor. Nulla a me serbo.
 ARTABANO
 Ebbi pena e rossor del duro esiglio
505che costretto t’imposi.
 ORNOSPADE
 Lo soffersi tacendo,
 più per dolor che tu paressi ingiusto
 che per timor d’esser creduto io reo.
 ARTABANO
 Ne sai tu la cagion?
 ORNOSPADE
                                      Né in me la temo;
510né fuor di me la [illeggibile] trovo.
 ARTABANO
 Cercala in Artabano.
 ORNOSPADE
 Fu il mio re sempre grande e sempre giusto.
 ARTABANO
 Ah! Che un fatale amore
 rotto ha ’l bel corso di mia vita e trarmi,
515se mi nieghi soccorso,
 minaccia in più ruina.
 ORNOSPADE
 Ahimè!
 ARTABANO
                  Tu sospirasti e già m’intendi.
 Amo Palmide.
 ORNOSPADE
                             O dio!
 (Palmide che è ’l cor mio!)
 ARTABANO
                                           So del tuo amore
 e so del suo la vicendevol fede.
520Per non sciorne i legami,
 che non soffersi? E per disciorli ancora,
 che non tentai? Tel dica
 la sua fuga, il tuo esiglio. Alza, deh! gli occhi,
 fissali nel tuo re. Vuoi la sua morte?
525Vuoi la sua infamia? Esser convienmi a forza
 o misero o tiranno.
 Tu, che contra rubei, contra nemici
 segnalasti il tuo zelo,
 questa volta, Ornospade,
530servi al tuo re contra te stesso. Cedi
 [illeggibile] il tuo piacere al mio. Fa’ tua regina,
 lei che non puoi tua sposa.
 Offrile col mio cor la mia grandezza;
 ma riserbane ancora
535una parte per te. E Metto in tua mano
 il mio ben, la mia gloria e la mia vita.
 Di’, che risolvi?
 ORNOSPADE
                                Sire,
 ubbidirti e morire.
 ARTABANO
 
    La tua spada assai mi diede;
540ma più deve a la tua fede
 il riposo del mio cor.
 
    Solo f[illeggibile] avvien che appien non sento
 tutto il ben del mio contento,
 quando penso al tuo dolor.