Ornospade, Venezia, Marciana, autografo

 SCENA VII
 
 ORNOSPADE, VONONE e poi ARTABANO con MITRIDATE e soldati
 
 ORNOSPADE
 Crudel divieto! Ah! Mi fa orror del pari
 il seguirlo e ’l restar.
 VONONE
                                        Che non ti celi?
 Ecco il re.
 ORNOSPADE
                     Quai girate
 sul capo mio barbari aspetti, o cieli!
 ARTABANO
410Ornospade, sì poco
 temi il tuo re? Del mio divieto in onta
 tornar su le mie terre? E con sì franco
 volto a me offrirti? A tanto
 crebbe in te orgoglio, il veggo, in te orgoglio,
415perché poco punii la tua perfidia.
 Ma tu disubbidisti e n’avrai pena.
 ORNOSPADE
 Di mia sorte, o signor, qual vuoi, disponi.
 Lo soffrirò; ma a torto
 di perfidia mi sgridi. In tormi vita
420lasciami almen l’onor di quella fede
 che vantarti potrei con più baldanza,
 senza il timor che cada
 in rimprovero tuo la mia innocenza.
 Rispetto la tua gloria e in que’ malvagi,
425che han sorpreso il tuo core,
 tutta rigetto la miseria mia.
 Tedio di vita qui mi spinse e venni
 una morte a cercar ch’util ti sia.
 MITRIDATE
 Del suo valor...
 ARTABANO
                              No, Mitridate, errasti
430tu ancor, fidando l’armi nostre ad uno
 esule e reo.
 MITRIDATE
                        Ciò ch’egli fe’...
 ARTABANO
                                                      Non scema
 la sua colpa; l’accresce.
 L’ubbidir, di chi serve, è ’l primo impegno;
 né un trasgredito impero
435ha merto che lo esima a regio sdegno.
 VONONE
 (Un re rival può mai placarsi?)
 MITRIDATE
                                                           Io temo...
 (per l’innocente amico).