Ornospade, Venezia, Marciana, autografo

 SCENA IV
 
 PALMIDE e ANILEO con ferro alla mano seguito da due soldati, tutti con ferro in mano
 
 PALMIDE
 Sì sì, dal seno uscite,
 date loco al gioir, tristi pensieri...
 ANILEO
 Palmide, tu sei lieta.
 Ornospade a te viene; e del tuo amore
345tale è ’l fasto e ’l piacer che baldanzoso
 speranze di vendetta in sé rivolge.
 PALMIDE
 Anileo, non è a tutti
 nel poter vendicarsi egual costume.
 Il malvagio imperversa. Il generoso
350perdona. Io t’assicuro
 da l’ira di Ornospade;
 e ai beni aggiugnerai,
 ond’egli ti colmò, la vita ancora.
 ANILEO
 Mille volte si mora,
355pria che viver per lui. Fatto suo dono,
 abborrirei me stesso.
 Ma grazie al cielo, ho tanto
 con che farlo tremar.
 PALMIDE
                                         Deh! Che far pensi?
 ANILEO
 Quello a che son costretto.
360Segui colui. Tu ’l mio comando adempi. (Ad uno de’ soldati)
 PALMIDE
 Non mi tocchi uomo plebeo l’uom vil. Scostati. Io vengo.
 Sovvengati, Anileo, che d’ogn in Ornospade
 d’ogni mio oltraggio il punitore avrai.
 ANILEO
 In quell’anima altera
365io porterò il terrore; e tu ’l vedrai.
 PALMIDE
 
    Le tue minacce sfido;
 del tuo furor mi rido;
 timor di te non ho.
 
    Dal forte amante e fido
370avrò la mia vendetta difesa
 e o la tua pena avrò.
 
 SCENA V
 
 (Palmide entra nella stanza interna, seguita da uno de’ soldati, e l’altro passa a fermarsi sulla stessa porta per cui ella entra)