Imeneo, Venezia, Pasquali, 1744

 LICENZA
 
1275Tra’ pastori e ne’ boschi, ove del pari
 van l’alme e le fortune,
 amor d’opre sì strane andar può altero.
 Ma nelle reggie, ove tra quel che impera
 e quello che ubbidisce
1280non v’ha uguaglianza, e ch’altro
 è amor che un nome vano
 o di sé stesso un’ombra?
 Che dissi? Errai. Tu, augusta inclita Elisa,
 sull’orme eccelse del tuo augusto sposo,
1285sai queste unir disuguaglianze estreme.
 V’è un amore per te, con cui riguardi
 magnanima e gentile i tuoi vassalli;
 e un amor v’è per loro, in cui gareggia
 sempre attento a’ tuoi voti ossequio e zelo.
1290Perché ami, amabil sei. La tua grandezza
 non ti otterrebbe amor, se nol rendessi.
 Esiger da chi serve
 tutto si può, fuor che un forzato amore.
 Questo è un affetto libero dell’alma
1295che giogo non conosce
 né il soffre. E pur tu, Elisa,
 la via trovasti di obbligarti i cori
 a goder di servaggio,
 più che di libertà, che da te amati
1300sarian, te non riamando, ingiusti e ingrati.
 
    Tu sui popoli soggetti
 godi, più che con l’impero,
 di regnar col tuo bel core.
 
    Il servaggio degli affetti
1305non è omaggio a tua grandezza
 ma mercede è del tue amore.