Imeneo, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA II
 
 DORISBE
 
 DORISBE
865Ho pietà d’Imeneo, l’ho di me stessa.
 Se lo preservo, ecco per me un gran bene;
 e se poi me l’ottiene
 grato dover, me appien felice! Alisa
 a me lo ceda e l’ami
870anzi mio che di morte.
 D’Erasto poi nulla si badi a’ pianti.
 Son piacer nostro anche i traditi amanti.
 
    Per noi belle è un gran diletto
 dar lusinghe alla speranza
875di un amante, che è negletto,
 sinché giova al nostro amor.
 
    Quando poi le sue querele
 senza pro ne son di affanno,
 un addio, benché crudele,
880a lui serva in disinganno
 e risparmi a noi rossor.