Imeneo, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA V
 
 ODRISIO e poi RODASPE
 
 ODRISIO
 Se amor non giova, forza
 non si risparmi. Appunto
215io te volea, Rodaspe.
 RODASPE
 Sire, è d’uopo affrettarsi. Anche il tuo regno
 perder puoi, se più indugi.
 ODRISIO
 Quai nuove?
 RODASPE
                           Aspre e moleste.
 Da che lasciasti della Tracia i liti,
220vago di riveder l’attica terra,
 la Tessaglia, già doma
 dal tuo valor, scacciatone Magnete,
 suo primo prence, ha prese l’armi; e morti
 o fugati i tuoi Traci...
 ODRISIO
225O perfidi! O rubelli! Questa mano,
 già sì soave nella mia vittoria,
 proverete qual sia sdegnata e offesa.
 Oggi, Rodaspe, partirem; ma soli
 non partirem. Vo’ che ne segua Alisa,
230o concessa o rapita.
 RODASPE
                                      Ove si tratta
 di regno, obblia beltà per te fatale.
 ODRISIO
 Pronti i legni al partir tieni e i soldati;
 né discoprirti inopportuno. All’uopo
 farò giugnerti il cenno. A me conviene
235riveder la crudel. L’ultima volta
 questa siasi che a lei parli l’amante;
 poi, se mi sprezza, parlerà il regnante.
 
    Vilmente non voglio
 amar e languir.
 
240   Fa crescer l’orgoglio
 d’ingrata beltà
 la troppo viltà
 di un lungo soffrir.