Imeneo, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA IV
 
 ODRISIO ed ERASTO
 
 ODRISIO
175Con l’assenso di Eumolpo
 sulla figlia ho ragion.
 ERASTO
                                         Sì, s’ella fosse
 alle leggi paterne ancor soggetta.
 ODRISIO
 Chi da queste l’esime?
 ERASTO
                                            Il sacro rito.
 ODRISIO
 Eh! Coteste son fole
180che sul volgo han poter, non sui regnanti,
 simili a rete di sagace aragno,
 solo a deboli mosche,
 non ad aquile altere ordita e tesa.
 ERASTO
 lo di queste contrade
185semplice abitator, poco comprendo
 fin dove arrivi autorità di scettro.
 ODRISIO
 Ma un principe di Tracia
 sosterrà qui ripulse? Offrirà Odrisio
 nozze e diadema alla superba Alisa
190per soffrirne il rifiuto?
 ERASTO
                                            Alisa è saggia;
 e uno sposo real rado è che spiaccia.
 ODRISIO
 Orsù, tentisi ancor quel cor di sasso.
 ERASTO
 Ella or sarà nel tempio.
 ODRISIO
 E al tempio andiamo, Erasto.
 ERASTO
195Non lice a te porvi straniero il piede.
 ODRISIO
 Loco non v’ha che a regio piè sia chiuso.
 ERASTO
 Vieteranlo i custodi; e non che gli altri,
 l’ardir profano irriterebbe Alisa.
 ODRISIO
 Questo sol nome è sacro
200per me.
 ERASTO
                  Tu qui le parla,
 compiuti i sacrifici.
 ODRISIO
 A senno tuo. Va’. Il suo voler disponi;
 dille il pieghevol padre; e dille ancora
 ch’ella è la dea, cui sol quest’alma adora.
 ERASTO
 
205   Con beltà, per farsi amar,
 credi a me, non giova usar
 fiera voce, aspro sembiante,
 alterezza, autorità.
 
    Soffrir lungo, salda fé,
210volto umil parli per te,
 sinché un dì la renda amante
 gratitudine o pietà.