Imeneo, Venezia, Pasquali, 1744

 ARGOMENTO
 
    Molte sono le opinioni intorno al vero essere d’Imeneo. Io, tralasciate le favolose, mi sono appigliato a quella che ho creduta o più certa o più verisimile. Servio nel Commentario sopra il quarto libro dell’Eneide, con l’autorità di Cornelio Balbo, dice che Imeneo fu figliuolo di Magnete, dal nome del quale fu appellata Magnesia una parte della Tessaglia, il che pure attestano Antonino Liberale, Nicandro, Esiodo ed altri antichi scrittori. Tutti si accordano in dire che esso Imeneo fu dotato di straordinaria bellezza e che essendo andato in Eleusi, borgo nobile presso ad Atene, bagnato dal fiume Ilisso, e non sapendo lui stesso per li motivi espressi nel dramma la vera sua condizione, fu giudicato che ei fosse di estrazione vile e volgare. Il motivo di cotesto suo viaggio fu un’ardente passione da lui concepita per una vergine di alto grado che nell’opera porta il nome di Alisa, con poco divario da quello che le vien dato dal conte Prospero Bonarelli in una sua pastorale, dove ha seguito il favoloso più che l’istorico. Ella era figliuola di Eumolpo, primo institutore de’ sacrifici di Cerere eleusina. E perché in tali sacrifici non era lecito intervenire, se non a vergini e a’ soli ministri del tempio, Imeneo in abito di ninfa accortamente vi s’introdusse, per aver modo di vedere e di parlare ad Alisa. Riconosciuto il suo inganno, fu condannato a bere il veleno; ma nel punto di doverlo bere, alcuni corsari traci, guidati da Odrisio lor principe, da cui la Tracia ebbe il nome di Odrisia, e che avea molti anni prima occupata a forza la Magnesia, scacciatone Magnete che n’era il signore legittimo, entrarono d’improvviso nel tempio e co’ vasi ed altri ricchi arredi ne rapirono Alisa, amata da Odrisio, e l’altre fanciulle e liberarono Imeneo, il quale mescolando allora ne’ vasi col vino, che vi era preparato per li sacrifici, quello che egli credeva mortal veleno ma che per li motivi addotti nel dramma era possente sonnifero, lo diede a bere a’ pirati, i quali ben tosto da grave sonno restarono sovrapresi. Egli si valse allora dell’occasione per legarli tutti così addormentati e, riconducendo le fanciulle rapite ad Eumolpo, ne ottenne in premio la tanto da lui amata donzella. Da ciò poi nacque che gli Ateniesi ordinassero che in avvenire s’invocasse il nome di Imeneo nelle feste nuzziali.