Imeneo, Vienna, van Ghelen, 1727

 SCENA V
 
 IMENEO fra guardie, EUMOLPO e ARCESILAO in disparte
 
 EUMOLPO
 Giovane sfortunato,
 che crudeltà sarebbe i tuoi disastri
 ora aggravar, che t’incammini a morte;
 se cosa hai che ti caglia, a me l’affida,
950che in me ne avrai l’esecutor fedele.
 ARCESILAO
 (Quel che là stassi a nudo capo e chino
 certo fia quel meschino).
 IMENEO
 Signor, dien guiderdone
 a tua bontà gli dei. Quel di che deggio
955pregarti, anzi ch’io mora,
 sia... Se a dirlo avrò forza...
 ARCESILAO
 (Vorrei vederlo in viso e assicurarmi).
 IMENEO
 Non è già che di morte o di rimorso
 mi punga affanno. In quella
960finisco i pianti; e l’altro
 tace ne l’alma di delitto ignara.
 ARCESILAO
 Nulla udir posso, sì sommesso ei parla.
 IMENEO
 Ciò di che duolmi è di dover con l’odio
 morir d’Alisa e tuo. Deh! Tu che sei
965ministro degli dei, col loro esempio
 da’ perdono a chi ’l chiede; e tu mi placa
 la figlia ancor né mi si neghi pace,
 dacché sarò nud’ombra e fredda salma.
 EUMOLPO
 Quanto, Imeneo, mi chiedi
970ti giuro; e questa destra abbine in pegno.
 IMENEO
 Lieto il ricevo e la man bacio (Le bacia la mano )
 ARCESILAO
                                                        (Parmi
 che abbia detto Imeneo... Io potrò meglio
 di colà ravvisarlo. O santi numi!) (Va all’altro canto della scena)
 IMENEO
 D’altro ti prego ancor, che al vecchio padre
975non giunga il duro di mia morte avviso;
 o se fama, che i mali
 non sa tacer, qui disperato il tragge,
 se ’l puoi, tu lo consola.
 EUMOLPO
 Questo ancora farò. Vanne. Sa il cielo
980con qual pena lo adempia; e sa se vita
 ti darei, se potessi.
 IMENEO
                                     Io senza Alisa
 vita non curerei.
 ARCESILAO
                                 (Che veggio?... Ahimè!)
 EUMOLPO
 (M’intenerisce).
 IMENEO
                                 Addio. (Ad Eumolpo)
 Addio, padre. Addio, Alisa. (Come da sé. In partendo s’incontra col padre che abbracciandolo gli sviene in braccio)
 ARCESILAO
                                                     Ah!... Figlio... mio.
 IMENEO
985Padre... Ei vien meno. Ei muore. A sostenerlo
 m’aita. (Eumolpo corre a sostenerlo e pian piano lo adagiano ad un sasso della fontana)
 EUMOLPO
                  O fiero caso!
 Posiamlo qui. Tuo padre è questi?
 IMENEO
                                                                In breve
 nol sarà più, se il duolo,
 prima che me il velen, lui non uccide.
 EUMOLPO
990I suoi smarriti sensi
 l’uso ripiglieranno. A me la cura
 resti di confortarlo.
 IMENEO
 E tal dovrò lasciarlo?
 EUMOLPO
 Sì, che, presente il padre, a figlio reo
995si divieta morir. Parti, Imeneo.
 IMENEO
 
    Povero padre!
 Qual ti abbandono!
 Tu dagli aita.
 Vado a morir.
 
1000   Fossi, oh! di vita
 poc’anzi uscito,
 che avrei di meno
 sì rio martir.