Imeneo, Vienna, van Ghelen, 1727

 SCENA IV
 
 ARCESILAO, poi EUMOLPO con seguito
 
 ARCESILAO
 Le sue spine ha ogni terra. A tutti in fronte
 qui leggo acerbo affanno;
915né so il perché. Forse potrò, in disparte,
 da costoro indagarlo. (Si ritira in disparte)
 EUMOLPO
 Altri di voi qui scorti il reo prigione;
 altri cerchi di Erasto
 nel tempio; e giunto appena,
920ei faccia a quel meschin ber la sua morte. (Le guardie di Eumolpo per due diverse strade sen vanno)
 ARCESILAO
 (Uom quegli è d’alto grado.
 Mi appresserei; ma in pensier gravi immerso,
 temo d’importunarlo).
 EUMOLPO
 (V’ha chi mi osserva. Parmi
925stranier. Grave ha l’aspetto. Udiam). D’Eleusi
 sei tu?
 ARCESILAO
                Nol sono; e avvezzo
 a cangiar terra m’hanno i fati avversi.
 EUMOLPO
 A lido sfortunato or t’han condotto.
 ARCESILAO
 E pur gran bene ritrovar qui spero.
 EUMOLPO
930E quale?
 ARCESILAO
                    Unico mio perduto figlio.
 EUMOLPO
 Sai ch’e’ viva fra noi?
 ARCESILAO
                                          Se non certezza,
 ne ho indicio; e un grande amor nulla trascura.
 EUMOLPO
 Io che queste ho in governo
 contrade... (Volgesi a guardare altrove)
 ARCESILAO
                        Eumolpo tu?
 EUMOLPO
                                                  Quegli. Ma attendi
935ch’io pria gli ultimi adempia
 con un misero reo
 uffici di pietade.
 ARCESILAO
                                  Uomini siamo
 tutti, ad errar soggetti. E morir deve?
 EUMOLPO
 Ben tosto.
 ARCESILAO
                      Io lo compiango.
 EUMOLPO
940Più lo compiagnerai, se la sua miri
 tenera età, guancia fiorita.
 ARCESILAO
                                                   (Ah! S’egli
 fosse quel figlio...) Ha padre?
 EUMOLPO
 Ritirati. Avrem tempo
 di ragionar.
 ARCESILAO
                         Come a te piace. (O dio!...
945Non so... Che affanno è ’l mio!) (Si ritira in disparte)