Imeneo, Vienna, van Ghelen, 1727

 SCENA III
 
 ALISA e DORISBE
 
 ALISA
 Grazie agli dii, sola ti trovo e lungi
 dalla straniera Aglauro.
110Con lei dal colle ragionar ti vidi.
 DORISBE
 Nobile Alisa, e che ti fece Aglauro,
 che si l’abborri e schivi?
 ALISA
 Ah! Non forzarmi a dirlo.
 DORISBE
 Vedi bella amistà!
 ALISA
                                    Se a lei m’ascondo,
115credilo, ne ho ragion.
 DORISBE
                                         Ti fece offesa?
 ALISA
 Grave; e maggior ne temo.
 DORISBE
 Qual mai?
 ALISA
                       Fuor del mio core
 altri nol sa, né meno Aglauro istessa.
 DORISBE
 (Comincio a sospettar). Tu in odio adunque
120l’hai per colpa innocente.
 ALISA
 Non l’odio già, che l’odio è un vile affetto;
 ma ben la fuggo e fuggirolla ognora.
 DORISBE
 Tu così parli degli amanti ancora.
 ALISA
 Ah! Dorisbe!
 DORISBE
                           (L’ho colta).
125Uscì pure un sospir dal labbro austero,
 chiuso sempre a pietà, chiuso ad amore.
 ALISA
 Oh! Fosse ver. Dirlo pur deggio. Anch’io
 son donna, ho senso, ho vita;
 e sol da amor va esente
130chi non vive e non sente.
 DORISBE
 Non pensano così que’ fidi e tanti
 da te negletti amanti.
 ALISA
 Non è sempre il più acuto
 stimolo per amar vedersi amata
135ma un oggetto incontrar che piaccia agli occhi
 e nel cor poi s’imprima e di sé lasci
 un’ardenza, un disio che amor diventi
 e diletti e tormenti.
 DORISBE
 Chi ’l crederia; mastra è d’amor colei
140ch’alma parea così selvaggia e alpestre.
 ALISA
 Tanto non istupir. Non arte ed uso
 ma natura ammaestra
 ne la scuola d’amor. Due leggiadrette
 pupille mi erudiro al primo sguardo.
 DORISBE
145Ma nel tuo amor non veggio
 qual tenga parte Aglauro.
 ALISA
 Nel brio, negli atti, nel sembiante ha tutta
 l’immagine gentil di quell’oggetto
 che essendo quanto bel, tanto anche vile,
150amar non meno che fuggir mi è forza.
 DORISBE
 Lodo il consiglio tuo. Ma che non cerchi
 di risanar?...
 ALISA
                           Il mio
 è un insanabil mal. Vorrei né posso.
 DORISBE
 Poterlo a tuo dispetto
155ti converrà quando, per legge astretta
 del padre, ad altre nozze...
 ALISA
 Oh! Questo non fia mai. Quindi mi volli
 iniziar di Cerere nei sacri
 arcani, l’anno oggi ne compie, ed ecco
160in piena libertà me di me stessa.
 DORISBE
 A te fosti crudel (ma per mia pena).
 ALISA
 Ora è di gire al tempio, ove ne attende
 il padre e ’l lieto coro.
 DORISBE
 Là ti precedo ad onorarti anch’io.
 ALISA
165Poi ti dirò per qual beltà m’accesi.
 DORISBE
 (Ah! Che anche troppo intesi).
 ALISA
 
    Fiero amor, che almen nascendo
 sei piacer d’ogni alma amante,
 sol per me dal primo instante
170pena fosti acerba e ria.
 
    E d’alor le vie chiudendo
 di speranza al mesto affetto,
 hai per gloria e per diletto
 d’inasprir la pena mia.