Don Chisciotte in corte della duchessa (Pasquini), Vienna, van Ghelen, 1727

 SCENA III
 
 ALTISIDORA e LAURINDO
 
 ALTISIDORA
 Quanto è mai ver, Laurindo,
1375che spesso anco dai mali,
 come lampi da nubi, escono i beni.
 Chi mai creduta avria
 in sì feroce cor tanta pietade?
 Ora non più saranno
1380gli sguardi e i sospir tronchi
 interpreti dell’alma.
 Per via di chiari accenti
 sfogar potrà la lingua i suoi tormenti.
 LAURINDO
 T’inganni, Altisidora. Il caro amico
1385a troppo costo suo cede a quel bene
 che sospirar lo fa. Men generoso
 esser non debbo, ad onta
 ancor del mio cordoglio;
 ti ritorno al suo amore e non ti voglio.