Don Chisciotte in corte della duchessa (Pasquini), Vienna, van Ghelen, 1727

 SCENA PRIMA
 
 ALTISIDORA e DORALBA
 
 ALTISIDORA
 Ed ebbe tanto cor di profferire
 sì risoluti accenti?
 DORALBA
 Purtroppo, Altisidora.
 ALTISIDORA
                                           E poté dire
 ch’io di lui mi scordassi e che a quest’occhi
820dovessi impor la legge
 di non vederlo più?
 DORALBA
                                       Tanto mi disse.
 ALTISIDORA
 Disumanato cor, Laurindo ingrato.
 Dimmi, Doralba, quando
 sciolse il perfido labro, udisti il suono
825della barbara voce uscir tremante?
 DORALBA
 Avvertir non vi seppi.
 ALTISIDORA
                                           Almeno in volto
 si cambiò, si confuse o trasse almeno,
 represso per metà, qualche sospiro
 contro sua voglia ancor? Dimmi, che fece?
 DORALBA
830Ei nominò don Alvaro più volte...
 ALTISIDORA
 Ah, don Alvaro iniquo.
 DORALBA
                                            In un istante,
 poi sciolse il crudo accento e in sulla faccia
 gli vidi il disperato e non l’amante.
 ALTISIDORA
 Ei nominò don Alvaro più volte?
835Dunque sol per don Alvaro mi sdegna.
 DORALBA
 Ma infin questo non toglie
 l’ingiuria del rifiuto...
 ALTISIDORA
                                          E in volto ad esso
 vedesti il disperato e non l’amante.
 DORALBA
 Che pensi, Altisidora? E tu vorrai
840cercar chi ti disprezza,
 chi ti fugge seguir?
 ALTISIDORA
                                      Doralba, oh dio,
 e che non puote amor? Con quest’oltraggio
 sua forza in me raddoppia.
 DORALBA
                                                    E tal viltade
 nasconde il cor d’Altisidora in seno?
845Ti sdegna, ti rifiuta e tu sì folle
 lo scusi, lo difendi e ancor l’adori?
 ALTISIDORA
 Dimmi, che far poss’io?
 DORALBA
                                              L’ingiusto affetto...
 ALTISIDORA
 Ma se dipoi... Chi sa... Forse potria,
 se don Alvaro è quel... No, che l’ingrato
850non merita pietà. Troppo son folle.
 Torna, Doralba, a quel crudel, nascondi
 la smania del cor mio. Digli... Ma forse
 a costo del suo duol... Saria viltade.
 Digli ch’io l’odio pur, digli che sai
855che il derisi finor ma non l’amai.
 DORALBA
 Or sì che nel tuo seno
 ben ci vedo il tuo cor; se quel crudele
 per te sentisse amore,
 posto nel duro impegno
860renduto si saria di te più degno.
 
    No, che non ha per te
 l’iniquo traditor
 del sospirato amor
 lieve scintilla,
 
865   che almen dovea con me,
 in prova di dolor,
 bagnar di caldo umor
 la rea pupilla.