Don Chisciotte in corte della duchessa (Pasquini), Vienna, van Ghelen, 1727

 SCENA IV
 
 IL DUCA, LA DUCHESSA, ALTISIDORA, DON ALVARO e LAURINDO
 
 IL DUCA
175Tosto partiam; se don Chisciotte giugne,
 n’avrem lungo piacer.
 LA DUCHESSA
                                           Dono più bello
 al certo offrir non ci potea la sorte.
 IL DUCA
 Secondo il genio lor, vo’ che si pasca
 la folle idea che a vaneggiar gli guida.
180Tu, don Alvaro, intanto il passo affretta
 e nel castello il popolo previeni,
 onde concorde il mio voler secondi.
 DON ALVARO
 Forse di me Laurindo
 meglio potrebbe oprar.
 IL DUCA
                                             Sai che non tutti
185lo conoscono ancor. Parti, che al fianco
 presto anch’io ti sarò. (Parte)
 DON ALVARO
                                           Come ti piace.
 (E colla donna ingrata
 il felice rival si resti in pace). (Parte lentamente, guardando sempre Altisidora)
 LA DUCHESSA
 Altisidora, inver questa è fierezza;
190don Alvaro partì senza un tuo sguardo.
 ALTISIDORA
 La credetti pietà; scemar tormento
 atto crudel non è.
 LA DUCHESSA
                                   Quel che a te pare
 risparmio di dolor, per lui che t’ama,
 fiero martir si fa. L’estrema parte
195della pupilla, immoto, in te raccolse;
 e quasi non sapea,
 senza prendere il sì dagli occhi tuoi,
 se, forzato a partir, partir dovea.
 
    In sull’arena
200poteva appena
 l’orma novella
 segnar col piè;
 
    e mille volte
 sull’orma antica
205gli vidi il piede
 senza fatica
 tornar da sé. (Parte)