I due dittatori, Venezia, Pasquali, 1744

 LICENZA
 
 Se l’opre eccelse de’ passati eroi
 sopra tragiche scene
 si ravvivano a noi,
 ond’è che del lor grido assai men grandi,
1525te presente, o signor, l’idea le trovi?
 Colpa questa esser può di debil penna
 che, per quanto si sforzi, al ver non giunga;
 ma forza è più del paragon che, come
 fa vicino al minore il maggior lume,
1530le lontane memorie oscura e vince.
 O magnanimo invitto augusto Carlo,
 quali armi delle tue, quali trionfi
 fur de’ tuoi più felici?
 Quai riposi più fausti? E quai più saggi?
1535Tu le guerre nimiche
 né provochi né temi; e come è vanto
 di tua moderatezza
 che pugnar tu non voglia,
 così di tua fortezza è pregio illustre
1540ch’altri non osi. E si vuol poi che a vista
 di tue gesta sublimi,
 che tolgon quasi la credenza al vero,
 delle antiche stupir possa il pensiero?
 
    Nell’onor de’ prischi eroi
1545si può sol de’ pregi tuoi
 un’immagine adombrar.
 
    Dire appien tue chiare gesta
 né sapria più nobil canto
 né il vorria quella modesta
1550tua virtù, d’udir ritrosa
 ciò che sa di meritar.
 
 CORO
 
    Qual voce, qual mente
 può il forte, il prudente,
 magnanimo augusto
1555appien celebrar?