I due dittatori, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA XIV
 
 VALERIO, MINUZIO e poi QUINTO FABIO
 
 VALERIO
 Bel campo ti si appresta
 di gloria anche in Erminio...
 MINUZIO
                                                      Il preservarlo
1195dipenderà da Fabio.
 Seco mi lascia; e ad osservar dal colle
 va’ se Annibale ardisca altro cimento.
 VALERIO
 Il valor di Minuzio è suo spavento. (Si parte)
 MINUZIO
 (Risorgete, o speranze,
1200vostra Ersilia esser può...) Fabio, sa il cielo
 se mi dolea che dal dover costretto
 fossi all’aspro comando, ond’era tolto
 tal figlio a’ Fabi e tal guerriero a Roma.
 Grazie agli dii, che a’ pubblici, a’ miei voti
1205render ti posso alfine. Onta e rimorso
 han tratto Erminio alla sua pena; e l’abbia.
 QUINTO FABIO
 Ah, signor, per qual fato
 mi avrò sempre a doler delle tue leggi,
 s’anche i favori tuoi mi son funesti?
1210Donarmi vita e tormi Erminio? Oh quanto
 meno spietate eran per me le scuri!
 MINUZIO
 Degno che tu il compianga è il fido amico.
 QUINTO FABIO
 Compiangerlo che val? Lascia ch’io il salvi.
 MINUZIO
 Volendo, il puoi.
 QUINTO FABIO
                                 Col capo mio? Son pronto.
 MINUZIO
1215Men crudel sacrifizio a te si chiede.
 QUINTO FABIO
 E qual?
 MINUZIO
                  Ersilia tua cedi al mio amore. (Entra Velia)
 QUINTO FABIO
 Ersilia? Ah, dittatore,
 non mi resta ragion in lei che chiedi.
 Io giva a morte e libertà le diedi.