I due dittatori, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA VII
 
 OSIDIO e i suddetti
 
 OSIDIO
1030Signor, da te dipende
 che viva il figlio. I tuoi
 preghi non troveran del dittatore
 inflessibile il core.
 FABIO MASSIMO
 Andiamo...
 QUINTO FABIO
                        Ah, da paterna
1035pietà non sia tradito il grado eccelso.
 Non soffrirlo, o signor. La dittatura,
 che a salvezza d’un Fabio
 vide Roma al suo piede e n’ebbe gloria,
 non si prostri ella stessa e n’abbia scorno.
1040Lasciami al mio destin; ma resti illesa
 tua dignità. Tanto non val mia vita.
 FABIO MASSIMO
 Oh illustre figlio! Oh allora (Va ad abbracciarlo)
 degno più del mio amor, quando ti perdo!
 Teco porta alla tomba
1045sì magnanimi sensi
 e tua virtude al mio dover non pensi.
 
    So qual sono e qual tu sei.
 Tu i pietosi affetti miei
 e la patria avrà i più forti.
 
1050   Dura invitto; e ad ogni età
 in tua gloria passerà
 la virtù che teco porti. (Si parte con li soldati d’Osidio)