I due dittatori, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA V
 
 VELIA e i suddetti
 
 VELIA
                                              Al tuo piede
 cada ella stessa, o dittator. Dall’onte
1000di un ingiusto poter tu la proteggi.
 Agli occhi di Minuzio io bella parvi
 e facile conquista. A me fu scudo
 mia virtude e il tuo figlio. Ecco il suo fallo.
 Ecco la sua condanna. Or perdo in esso
1005quanto avea. Senza lui nulla a me resta
 che periglio e terror.
 FABIO MASSIMO
                                        Già intesi, Ersilia, (Sollevandola)
 che de’ tuoi rischi a me ben giunse il grido.
 Nulla temer. Nelle mie tende asilo
 sicuro avrai. Custodirò in te un pegno
1010degli affetti di Fabio, a me fidati.
 QUINTO FABIO
 Padre, or moro tranquillo e assolvo i fati.