I due dittatori, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA IX
 
 ARISBE
 
 ARISBE
 Un trattar sì sincero
 quasi potria... Che dir vorresti, Arisbe?
595Se Valerio è romano, abbia egli ancora
 con tutto l’odio mio tutto il mio scherno.
 Serva alla mia vendetta
 anche la sua virtù. Nel roman campo
 faccia i mali che può la scaltra Arisbe.
600Con l’amor della patria
 difendermi saprò da quel rimorso
 che accompagna la frode.
 Un deluso nimico è sempre lode.
 
    Amor, che vedi e sai gli oltraggi tuoi,
605so che mi attenderai,
 per vendicarti un dì, nascoso al varco.
 
    Tormi potrai bensì la libertà;
 ma pur mi resterà
 l’onor di que’ trofei
610su cui ti spunto i dardi e frango l’arco.
 
 Il fine dell’atto secondo