I due dittatori, Vienna, van Ghelen, 1726
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Copia
SCENA III
VELIA ed ARISBE
ARISBE
1370
Velia, se alcun dolor turba mia pace,
l’ho dal veder per mia cagion te mesta
nel periglio d’Erminio.
Chi creduto l’avria? Ch’ei fuor di ceppi
ad esporsi venisse a certa morte.
VELIA
1375
Sua virtù così volle o pur mia sorte.
Ma per oblique vie, spesso a noi giunge
quel bene ancor che ne parea più lunge.
Che fa quell’usignuolo
che prigioniero o solo
1380
sì dolce canta e geme?
O la compagna ei spera
o spera libertà.
E quando gonfia e freme
furia di venti o d’onde,
1385
sperando aure seconde
anche il nocchier sì sta.