I due dittatori, Vienna, van Ghelen, 1726

 SCENA VIII
 
 QUINTO FABIO, VELIA, VALERIO
 
 QUINTO FABIO
 Ersilia, ore di vita
 mi restan poche; altre alla patria ed altre
1055ne debbo al padre; e tu non poca parte
 e l’estrema ne avrai. Se d’una sola
 lagrima tu m’onori, assai già ottenni.
 Serba ad altro più degno e più felice
 i tuoi teneri affetti. Al caro Erminio
1060narra i miei casi; e digli
 che non vendichi Fabio
 su Roma; e lieti e’ viva
 con la sua Velia gli anni. Anzi ch’io parta,
 mia diletta, un addio.
 VELIA
1065E ti perdo così?
 QUINTO FABIO
                                Così i miei mali
 finiscono. Valerio,
 addio. Ricorda al padre Ersilia mia;
 le sia in custodia e libertà le renda.
 VALERIO
 Ho stretto il core da pietà e da doglia. (Parte)
 VELIA
1070Nulla per te fec’io, tu per me tanto.
 Core, alma, vita, escimi tutta in pianto.
 QUINTO FABIO
 
    Concedimi ch’io baci,
 cara, la bianca mano,
 favor di tua pietade a l’amor mio.
 
1075   Ma tu sospiri e taci;
 mi basta il tuo dolor. Ersilia, addio.