I due dittatori, Vienna, van Ghelen, 1726

 SCENA VII
 
 OSIDIO e i suddetti
 
 OSIDIO
1030Signor, da te dipende
 che viva il figlio. I tuoi
 preghi non troveran del dittatore
 inflessibile il core.
 FABIO MASSIMO
 Andiamo...
 QUINTO FABIO
                        Ah! Da paterna
1035pietà non sia tradito il grado eccelso.
 Non soffrirlo, o signor. La dittatura,
 che a salvezza di un Fabio
 vide Roma al suo piede e n’ebbe gloria,
 non si prostri ella stessa e n’abbia scorno.
1040Lasciami al mio destin; ma resti illesa
 tua dignità. Tanto non val mia vita.
 FABIO MASSIMO
 O illustre figlio! O alora (Va ad abbracciarlo)
 degno più del mio amor, quando ti perdo!
 Teco porta a la tomba
1045sì magnanimi sensi
 e tua virtude al mio dover non pensi.
 
    So qual sono e qual tu sei;
 tu i pietosi affetti miei
 e la patria avrà i più forti.
 
1050   Dura invitto; e ad ogni età
 in tua gloria passerà
 la virtù che teco porti. (Parte con li soldati di Osidio)