I due dittatori, Vienna, van Ghelen, 1726

 SCENA III
 
 QUINTO FABIO e VELIA
 
 VELIA
 Ben collocato è ’l beneficio, o Fabio,
 in magnanimo core.
 QUINTO FABIO
715Ma infelice è l’amore
 che per alma crudel langue e sospira.
 VELIA
 Così vuol la mia sorte e ne ho tormento
 nulla del tuo men fiero.
 QUINTO FABIO
                                             E pur se Velia...
 VELIA
 Un giorno intenderai del vano impegno
720l’innocente lusinga.
 QUINTO FABIO
 Non so perder ancor tutta la speme
 che tu giusta mi sia; né per ripulse
 la mia fede si stanchi.
 VELIA
 Ella, sì, mi assicuri
725dal fier Minucio. Egli verrà col fasto
 de la sua dittatura a nuovi oltraggi.
 Altra difesa da un tiranno amante
 non ho che Fabio o morte.
 QUINTO FABIO
 Ersilia, non temer. Sicuro asilo
730nel campo avrai del dittator mio padre.
 VELIA
 Il trionfo compisci
 di tua virtù. Rendimi ai miei.
 QUINTO FABIO
                                                         Crudele!
 Anche fuggirmi? Anche il piacer ch’io perda
 de l’amabil tua vista?...
 VELIA
735Per lontananza salderà tua piaga.
 QUINTO FABIO
 Dirai meglio, per morte.
 Non mi sento sì forte
 a perderti per sempre.
 Lascia ch’io più disperi o più mi avvezzi
740a sì crudo per me rimedio estremo.
 VELIA
 Minucio... O dei!...
 QUINTO FABIO
                                     Fabio è ancor teco.
 VELIA
                                                                         Io temo.