I due dittatori, Vienna, van Ghelen, 1726

 SCENA PRIMA
 
 VELIA ed ERMINIO da varie parti
 
 A DUE
 
    Non so per quale affetto
 mi palpiti nel petto
 oltre l’usato il cor.
 
 ERMINIO
 (Qual beltà!)
 VELIA
                           (Qual sembiante!)
 ERMINIO
615(Arder più chiari rai non vidi ancora).
 VELIA
 (Leggiadria e nobiltà spiran que’ lumi).
 ERMINIO
 (Fosse tal la mia Velia).
 VELIA
 (Tal fossi, Erminio mio).
 ERMINIO
 (Ma la mia Velia, oh dio! sorte mi ha tolta).
 VELIA
620(Ma ’l mio Erminio è lontano e non m’ascolta).
 ERMINIO
 A un impulso del cor, bella, perdona
 l’ardir. De l’esser tuo mi tien vaghezza.
 VELIA
 Egual brama al tuo aspetto in me si accese.
 ERMINIO
 Nera pietra segnò tutti i miei giorni.
 VELIA
625Sempre anch’io fui bersaglio a ria fortuna.
 ERMINIO
 Sinor pari è ’l destin. Tua patria è Roma?
 VELIA
 Se romano tu sei, taccio e sospiro.
 ERMINIO
 Prigionier son di Fabio in questo campo.
 VELIA
 Son di Fabio il tribuno anch’io conquista.
 ERMINIO
630D’Ersilia al nome sospirar l’intesi.
 Saresti tu sua gentil fiamma?
 VELIA
                                                        Io quella.
 E nol potendo amar, per lui ne ho pena.
 ERMINIO
 Degno è di tua pietà...
 VELIA
                                           Tanta ti prendi
 cura di lui che prigioniero e in rischio
635qui te ritien?
 ERMINIO
                            Già, sua mercé, nel campo
 numidico sarei; ma sì non m’ange
 amor di libertà, cura di vita,
 quanto il saper se qui cattiva o estinta
 sia l’illustre mia sposa.
 VELIA
640(Torna il palpito al cor). Deh! Fa’ ch’io sappia
 il nome e l’esser tuo.
 ERMINIO
                                        Fasce reali
 sortii. Di Erminio ho ’l nome;
 e nel ligure ciel...
 VELIA
                                  Tu Erminio?.. Oh dio!
 De la Liguria il prence?
645E di Velia lo sposo?
 ERMINIO
                                      Appunto. E donde
 a te di mie fortune è giunto il grido?
 VELIA
 Donde? Da Velia tua...
 ERMINIO
                                            Toglimi, ah! tosto
 dal maggior mal. Viv’ella? Ha teco anch’ella
 comuni i ceppi? Ersilia,
650ti chieggo il mio riposo.
 VELIA
 (Quanto bello e fedel trovo il mio sposo!
 Ma scopriremci? Or non è tempo. Ad ambo
 verria men la difesa
 e cresceria il periglio).
 ERMINIO
655Tu non rispondi; e ’l tuo tacer crudele
 forse mi dice più che non vorresti.
 VELIA
 Datti pace. Ella vive; e l’incertezza
 de la tua sorte è ’l suo più grave affanno.
 Dal generoso Fabio accetta il dono
660de la tua libertà. Guai se ti trova
 del fier Minucio, or dittator, l’editto.
 Riedi al punico vallo. Ivi il tuo amore
 avrà di che esser lieto;
 e certo sii che quando Velia il primo
665guardo a te volgerà, tutta amorosa,
 dirà: «Vien, caro Erminio;
 eccoti la tua amante e la tua sposa».
 
    «Senza te, mia luce, errai
 fra le tenebre né mai
670chiaro giorno a me spuntò».
 
    Lo dirà, che di quel core,
 tutto fede e tutto amore,
 credi a me, gli arcani io so.